lunedì 29 ottobre 2007

Allarmismi inutili

E' di una settimana fa circa l'approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del progetto di legge Levi-Prodi sull'editoria. Poche ore dopo, con una velocità che contraddistingue gli allarmismi on-line più estremi, è partita una petizione on line per la richiesta dell'abolizione del progetto di legge, petizione che al momento ha raggiunto quota 10mila e più firme.
Alla base di ciò, sarebbe la convinzione che con tale legge debba diventare obbligatoria per chiunque abbia un blog (in italia, chiaramente) l'iscrizione al ROC (Registro degli operatori della comunicazione), con relativo bollo per l'iscrizione e direttore editoriale iscritto all'ordine dei giornalisti.
Ora, nel marasma suscitato, mi sono andato a leggere il testo della proposta di legge e i requisiti per l'iscrizione al ROC, e ho scoperto un paio di cosine interessanti.

1) Levi e Prodi (o chi per loro) non sanno scrivere le leggi. L'articolo 6, quello più criticato e controverso, è scritto male, nella maniera più generale possibile, in modo da demandare la decisione se i blog siano o no prodotti editoriali al garante per le comunicazione. Ora, a parte l'idiozia di scrivere una legge interpretabile in tutti i modi, e che richieda a priori l'intervento del garante (coem specificato dallo stesso Levi in un'ntervista), è però falso che SICURAMENTE i blogger debbano iscriversi al ROC.

2) Per l'iscrizione al ROC non serve nè un bollo, nè un direttore editoriale iscritto all'ordine dei giornalisti (provare per credere, sul sito dell'autorità per la garanzia nelle comunicazioni).

Alla luce di questo, invito tutti a stare attenti alle "petizioni on line", primo perchè quella in questione dà informazioni fasulle, secondo perchè a poco servono, se non a trafugare dati per utilizzi pubblicitari.


Sempre in tema di allarmismi, ieri sera ho visto "Children of men", un film angosciant-apocalittico su un ipotetico futuro molto prossimo in cui tutta la popolazione mondiale è diventata sterile, ambientato in un'inghilterra devastata da lotte politiche e terrorismo.
Ci sono spunti carini e interessanti, ma alcune scene sono eccessivamente lunghe e spesso il tono cade, lasciando spazio solo all'angoscia fine a sè stessa.
Medio, val la pena di vederlo secondo me

1 commento:

Anonimo ha detto...

imparato molto